Polignano a Mare

Il nostro itinerario parte dal borgo storico di Polignano. Si accede passando attraverso il cinquecentesco Arco Marchesale, o Porta Grande, che un tempo era l’unico ingresso alla città fortificata ed è tuttora sovrastato dai pittoreschi resti della chiesetta del 400 di San Giuseppe. Oltrepassato l’arco, trovate la chiesa Matrice, dedicata alla Madonna dell’Assunta. Il consiglio è quello di addentrarvi nel dedalo di viuzze lastricate di pietra e attraversare quello che era il ghetto ebraico, lungo via Giudea, dove si affacciano la Chiesa del Purgatorio e quella di Santo Stefano. Nei locali dell’ex mattatoio, si trova invece il Museo Pino Pascali, l’unico museo stabile d’arte Il nostro itinerario continua 400 metri più avanti e 15 metri sul livello del mare: sul Ponte Borbonico di Lama Monachile, fatto costruire dall’importante casata nei primi decenni dell’Ottocento. Si tratta di uno dei punti più panoramici di Polignano, soprattutto al tramonto, quando l’orizzonte si tinge di rosa e uno scatto è d’obbligo. Da qui la vista spazia dal paese alla suggestiva caletta ai suoi piedi, che si può raggiungere scendendo una comoda scalinata. La sua struttura imponente sovrasta anche l’antica Via Traiana, che un tempo collegava Benevento a Brindisi, percorsa da un suggestivo ponte romano, più piccolo e antico, in blocchi di tufo e a campata unica, che è stato da poco restaurato. Non potete passare da Polignano senza rendere omaggio a uno dei suoi cittadini più illustri, Domenico Modugno, considerato il padre dei cantautori italiani. La statua di Modugno, dedicatagli dalla città, si trova proprio sul Lungomare di Polignano che porta il suo nome: in bronzo, è alta tre metri, realizzata dallo scultore Hermann Mejer e oggetto di un continuo pellegrinaggio. Si dice che se ci si ferma qualche istante a contemplare l’immagine del Maestro incorniciata dal cielo infinito di Polignano – in piedi, con la giacca e i capelli mossi dal vento, le braccia aperte in una sorta di simbolico abbraccio alla città – sembra quasi di sentirlo ancora cantare: Volare, oh oh.

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